venerdì 30 marzo 2012



"Trovare la libertà, prima ancora di tornare liberi"

Il centro ragazzi di Borgo Amigò, a Roma, è stato costruito soprattutto grazie alla volontà di Padre Gaetano, ma anche grazie ai fondi dell' 8xmille: oggi è una casa famiglia che accoglie i ragazzi usciti dal carcere minorile di Casal del Marmo. Qui viene offerta loro la possibilità di frequentare dei tirocini formativi presso strutture che hanno aderito all'iniziativa, permettendogli di reinserirsi professionalmente nella società.
Il video rientra nel progetto "Chiedilo a loro".


"Una speranza per ricostruire tutto da capo"

Padre Gaetano Greco, cappellano del carcere minorile di Casal del Marmo, dirige il centro ragazzi di Borgo Amigò di Roma, e in questo breve resoconto ripercorre successi e sconfitte di una esperienza lunga 26 anni.Il video rientra nel progetto "Chiedilo a loro".



"Ero solo, ma poi ho trovato un Padre"

Albert, uno dei ragazzi di Borgo Amigò di Roma racconta la sua storia: un'infanzia vissuta tra furti e carcere minorile, fino al momento dell' incontro con Padre Gaetano Greco che lo ha accolto nella sua casa, dandogli un'istruzione e un futuro.
Questa testimonianza rientra nel progetto "Chiedilo a loro".



"Padre Gaetano ci ha insegnato che un'altra strada esiste"

Molte storie di vita si intersecano al centro ragazzi di Borgo Amigò a Roma: quelle di Ibrahim, Yuri ed Elis. Nomi diversi, storie simili. Ma tutti convengono su un aspetto: il riscatto è arrivato anche grazie al sostegno di Padre Gaetano Greco, dei laici volontari e della casa accoglienza Borgo Amigò. 
Queste testimonianze rientrano nel progetto "Chiedilo a loro".



"Diamo ai ragazzi la possibilità di crescere"

Parlano i volontari che operano nel centro ragazzi di Borgo Amigò di Roma. "Diamo ai ragazzi la possibilità di crescere". Queste le parole dei volontari: emerge l'importanza del contesto famigliare nel percorso di riabilitazione dei ragazzi. Questa casa famiglia rimane viva e operativa anche grazie alla firma degli italiani all'8xmille. 
Il video rientra nel progetto "Chiedilo a loro"








  1. TIPO DI COLLABORAZIONE CON ENTI DIRETTAMENTE COINVOLTI NEL PROGETTO

Organismo
Tipologia di collaborazione
CENTRO GIUSTIZIA MINORI
Convenzione
Servizi sociali del CGM
Collaborazione strutturata
Dip.V Comune di Roma
Convenzione
Servizi Sociali Municipali
Collaborazione per utenza


CARITAS DIOCESANA
Partenariato
Parrocchie
Intenti comuni
Coop. Sociale “Magliana 80”
Borse lavoro
Valle Verde
Borse lavoro


10° Centro Territoriale Permanente
Accordo di rete
Coop. Sociale EUREKA I
Collab. Sport II Livello
CASALOTTI IN RETE
Integrazione territoriale
Polisportiva ZONA 18
Percorsi culturali e sportivi
Volontari CdM-Onlus
Integraz. Carcere minorile-territorio
Arci Nomadi
Dispersione scolastica
Progetto Boomerang
Contatti Territorio
UISP
Collaborazione estemporanea
Ass. Commercianti Casalotti
Imprenditorialità


 Incontri di programmazione con gli enti invianti.


 Livello educativo: l’itinerario educativo come processo di responsabilizzazione e valori.

Sinteticamente possiamo affermare che i punti più espliciti che regolano il modo di educare al Borgo Amigó - ispirato per tradizione alla ascesi cristiana - è l'orientamento di ogni uomo verso la trasformazione interiore e la concezione dell'agire educativo con il giovane come un cammino di iniziazione graduale e progressivo ad un modo di vita il più ricco possibile in umanità.
L'itinerario educativo, quindi, non potrà che essere il frutto della contrattazione tra il giovane con le sue esigenze e la sua situazione, le regole della Istituzione, le esigenze dei Servizi invianti.
La tradizione da cui attinge linfa vitale l'esperienza del Borgo Amigò, è partita dalla vita vissuta e riconduce costantemente alla vita. I motivi ispiratori restano sempre quelli legati non al tecnicismo pedagogico o psicologico o sociologico ma quelli legati alla passione educativa per l'uomo; passione che sa anche utilizzare i mezzi che la scienza mette a disposizione per un servizio qualificato.
D'altra parte, quando si parla di scientificità con riferimento all'umano, bisogna ritenere che essa è da intendere come la profondità delle domande che si riesce a suscitare nel ragazzo o la profondità degli interrogativi a cui riesce a dare risposte.
Arrivando al Borgo ciò che colpisce, è il clima della informalità e della convivialità che si respira nella famiglia numerosa dove ognuno richiede l'attenzione sulle sue gioie e sui suoi dolori; dove ci sono momenti di tranquillità ma anche di tensione che insieme si cerca di superare.
La tradizione ci ricorda di "considerare che non sono solo le piante e i fiori, né i quadri e nemmeno gabbie di uccelli o acquari che rendono accogliente una casa anche se aiutano molto. Sono la tenerezza, l'allegria, le braccia aperte di una mamma che nasconde le mancanze del figlio, che dimentica i suoi ‘vagabondaggi’ però tutto conserva nel santuario del suo petto per prevenire ed evitarne la ricaduta; che raccoglie le sue lacrime se sono frutto di dolore e pentimento per mescolarle alle sue, che sono di amore e di perdono; che cicatrizza le ferite con il balsamo uscito dalle sue labbra; questo spirito di compenetrazione è ciò che rende accogliente una casa..."
In realtà ciò che il giovane riesce a percepire non è un ambiente, per così dire, "terapeutico" ma una clima di rapporti, un ecosistema che lo spinge verso scelte che gli permetteranno un salto qualitativo nella sua vita. Gli è proposto un modello di vita che recupera la inattualità di valori quali il sacrificio, il lavoro, la povertà, la speranza, il coraggio. Diciamo che il giovane viene "iniziato" ad un modo diverso di percepire se stesso, gli altri, la vita, il mondo.

 Fasi e tappe dell’itinerario educativo.

L'itinerario educativo si snoda in tre fasi che, come è ovvio immaginare, si snodano e realizzano in
ordine logico più che cronologico. Le consideriamo brevemente:

 Accoglienza - Osservazione

E' l'impatto del minore con l'ambiente nuovo nel quale dovrà trascorrere un tempo che al momento non è, in molti casi, ancora stabilito.

In questa fase al giovane sono presentate, dal vivo, le regole che reggono la vita comunitaria e si comincia il cammino di contrattazione che lo porterà ad una prima presa di coscienza della sua situazione.
Obiettivi specifici sono "sentirsi a casa" e un primo confronto, almeno teorico, con la norma. Di solito si conclude con la firma del contratto educativo-riparativo e la consegna del regolamento interno della comunità.

Vita di famiglia - Processo educativo in senso stretto

E' il corpo dell'itinerario educativo. Il giovane è invitato ad avere sempre presente il suo punto di partenza e gli obiettivi da raggiungere facendo leva non tanto sulla responsabilità legata al fatto commesso (per i giovani infrarattori) ma soprattutto su interventi promozionali della responsabilità.

Questa fase è divisa in tre tappe:

 Conoscenza – incanalamento.

È la tappa propriamente detta di correzione, rettifica e cambio della condotta. Corrisponde alla situazione in cui si trova la volontà del ragazzo: anarchica, dispersa, disorientata.

Si tratta della tappa in cui si comincia a dar corpo al processo educativo, ad incanalare e centrare le risorse del ragazzo nella quotidianità. Il giovane conosce ed è conosciuto e offre l'opportunità di tarare il progetto individualizzato a cui aderisce; nello stesso tempo inizia il suo percorso di crescita nella responsabilità rendendo conto, in forma concreta, dei piccoli compiti che gli sono assegnati. D'altro canto gli si lascia intravedere che ogni sua azione, sia in positivo sia come mancata risposta a degli impegni assunti, ha delle conseguenze su tutto il sistema nel quale è inserito.

L'enfasi è posta sulla percezione spazio-temporale e sulla chiarificazione dei contesti. Di solito il giovane non percepisce in modo chiaro la varietà dei contesti; vive piuttosto un'omogeneizzazione degli stessi e quindi di "non-luoghi". D'altra parte, la sua vita è centrata sull'immediatezza degli interrogativi che la sua situazione impone e sulla conseguente immediatezza delle risposte che pretende. Comincia a considerare che il "tutto e subito" non è la maniera più praticabile per affrontare realisticamente la sua situazione, come anche che esiste una diversità di contesti che esigono comportamenti adeguati.

Il valore principe di riferimento è la speranza.

 Stabilità

Questa tappa costituisce un passo decisivo nel processo educativo infatti è durante questa tappa che avviene la svolta decisiva che può determinare il cambio di vita.

E' la tappa in cui il giovane si misura costantemente con la quotidianità dell'impegno assunto ed è invitato ad un confronto più serrato con i suoi compagni e con gli educatori. Comincia ad essere più cosciente degli aspetti da modificare ma soprattutto comincia a far leva sui suoi punti di forza. “Il ragazzo si è reso conto delle sue possibilità e si converte in artefice del processo educativo o, almeno, ci prova nonostante siano ancora presenti alti e bassi. Comincia ad essere responsabile delle sue scelte di vita”; più semplicemente diciamo che in questa fase il giovane offre delle garanzie fondate.

E' in grado di assumersi responsabilità che lo portano fuori della istituzione per motivi di lavoro o d'istruzione. Assume l'esistenza e l'osservanza delle regole come fatto "normale" ed ineliminabile del vivere umano.

In questa tappa è posta enfasi particolare sull'educazione alla legalità e sulle modalità di rapporto all'interno del vivere comune. Il giovane è invitato a liberarsi degli stereotipi che spesso regolano le sue modalità di rapportarsi ai pari, agli adulti e all'ambiente.

Si lavora, da un lato per far superare al giovane la frammentarietà della sua identità, mentre dall'altro perché possa acquisire una visione dell’alterità sostanziale e non virtuale.

I valori di riferimento sono la perseveranza, il sacrificio, la tenacia, l'armonia.

 Consolidamento

In questa tappa la personalità del ragazzo raggiunge il grado di maturità corrispondente alla sua età, alle sue capacità e alle sue qualità. Il processo educativo raggiunge il culmine con l’intensificazione dei rapporti con l’ambiente familiare e sociale nel quale il ragazzo dovrà ritornare.

In questa tappa il giovane è invitato ad irrobustire e consolidare i progressi compiuti. Segue il suo programma senza grandi scossoni ed è in grado di camminare da solo seppure ancora bisognoso di sostegno e rassicurazioni a vario livello.

Già nelle fasi precedenti aveva dovuto confrontarsi con il "limite"; in questa fase è confortato nell'accettazione del senso di fìnitudine legato alla sua persona.

I valori di riferimento sono la libertà e la fiducia.

Autonomia

È  la fase che prepara il giovane alla vita fuori della comunità.

Il valore di riferimento è la responsabilità. Egli è convinto che le sue azioni producono degli effetti dei quali si sente attore sia nel positivo sia nel negativo ed è, in qualche modo, in grado di orientare la sua vita.

Questa fase presenta due tappe:

Autonomia in comunità:

Il giovane, continua ancora per qualche tempo a condurre vita di famiglia con i suoi compagni ma, ben presto passa a condurre la propria vita in ambiente separato dagli altri ospiti e seguendo ritmi legati alle attività lavorative e formative che gli permetteranno la totale indipendenza.

Autonomia fuori della comunità:

Il giovane, ormai raggiunta una certa stabilità lavorativa, è in grado di vivere e gestire la sua vita al di fuori dell'ambiente comunitario. In questa tappa gli è offerto un sostegno psicologico e affettivo per far fronte agli inevitabili contraccolpi che il cambiamento di condizione può causare.

L'educatore: mistica e professionalità [m.p. 237-299]

L'idea d'educazione che permea il progetto del Borgo Amigò è da intendere prevalentemente come iniziazione e questo porta ad un modo particolare di considerare l'operatore; L'educatore, egli si propone come un iniziato in umanità che a sua volta si trasforma in iniziatore all'umano. In particolare l’educatore è “un professionista militante”; egli ha fatto delle scelte di vita e con esse continuamente si confronta; ha degli ideali e dei modelli da seguire; ha un progetto sulla sua vita e una visione del mondo e questa propone ai suoi giovani.

In educazione non si possono assolutizzare né i metodi, né i mezzi, né i risultati, non ci sono leggi meccaniche che regolano l’educazione dell’uomo, essere dotato di libertà. Per tanto l’educatore deve suscitare l’interesse e la collaborazione attiva del giovane, primo protagonista della propria educazione; mai sottovaluta il proprio lavoro educativo anche se può sembrare sterile.

Qualità e attitudini dell’educatore:

-          Coscienza della responsabilità che si assume al costituirsi educatore dei giovani che gli sono stati affidati e della trascendenza del su compito pedagogico.

-          Capacità di accettazione e adattamento per far fronte e metabolizzare le reazioni normali di giovani problematici che frequentemente generano conflitti e tensioni.

-          Equilibrio, ponderatezza ed equanimità per non perdere la calma nei momenti critici; per infondere fiducia all’individuo e sicurezza al gruppo; per evitare oscillazioni emotive estreme e decisioni capricciose, debolezze affettive e rigidità dittatoriali. Semplicemente umano, attento, amabile.

-          Dignità e sicurezza per muoversi con naturalezza come lider, guida, organizzatore e motore del gruppo. Così si proporrà come modello di identificazione e incarnazione dei valori che l’individuo e il gruppo cercano e di cui hanno bisogno.

-          Capacità di sacrificio, costanza e ottimismo per essere maestro, guida e amico dei giovani che si sentono disorientati ed emarginati.

              La dinamica dell’educatore:

                         L’educatore è il centro della vita del gruppo e il ragazzo la ragion d’essere dell’educatore. Questi, ogni giorno si domanda per lo stato dei suoi ragazzi, come accompagnarli, che forma di evoluzione e progresso sperimentano, che difficoltà presentano e quali mezzi impiegare per superarle.

-                   La convivenza con i giovani, la sua presenza costante, affettuosa e disponibile senza essere assorbente offre sicurezza e coesione al gruppo, coraggio e stimolo all’individuo, autorevolezza all'educatore.

-          Segue con attenzione permanente ciascun alunno e tutto il gruppo, e con essi, traccia gli obiettivi del gruppo e di ogni giovane; applica i mezzi per raggiungere gli obiettivi; registra i passi e i segni che indicano l’itinerario e i progressi; analizza, critica, valuta il processo; notifica i risultati.

-          Controlla la scheda educativa per vedere se le attività, risorse e mezzi di ogni giovane puntano e conducono al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Se è il caso, rinforza, rettifica o cambia gli obiettivi.

La giornata pedagogica:

-          Giornalmente l’educatore centra la sua attività sul giovane e sul gruppo, l’educatore è l’asse intorno a cui ruota la vita del gruppo; ogni giovane e il gruppo intero sono l’ambito della sua attenzione e del suo lavoro.

-          Ciascun giorno necessita una preparazione immediata poiché in educazione il da farsi di un giorno è distinto da quello di ieri e degli altri giorni.

-          L’educatore coordina tutti gli atti della vita di famiglia del gruppo secondo il regolamento e gli orari stabiliti.

-          Conduce il gruppo con le tecniche adatte che gli permettono di conoscere le interazioni esistenti al suo interno e con appropriati mezzi pedagogici mantiene una disciplina soave. In particolare, programma dettagliatamente il suo incontro giornaliero con il gruppo al completo, momento in cui in modo semplice e familiare si fa il punto della situazione.

-          Con frequenza ha incontri individuali con ciascun alunno. Questo è un mezzo tradizionale per il suo profondo significato umano, per essere adatto allo sviluppo delle capacità di riflessione, importante mezzo di persuasione e di grande efficacia pedagogica.

 Livello organizzativo

 Prospetto mezzi finanziari.
 L’equipe educativa
Tirocinanti, obiettori, volontari ……
 Organigramma con la definizione del personale
 Le attività

Le attività sono elementi imprescindibili in una struttura pedagogica coerente che aspira a favorire un’educazione integrale al ragazzo in difficoltà. Attraverso le attività si ha un’educazione che cura e una cura che educa. Nel nostro sistema le attività sono la base su cui posa l’edificio educativo; Tradizionalmente si raggruppano intorno a tre nuclei: educazione morale e religiosa, educazione intellettuale, educazione professionale [MP. 347-348]

Le attività tendono specificatamente a canalizzare le energie presenti ma disperse del ragazzo e a risvegliare e potenziare quelle latenti.
Le classifichiamo come segue:

1.      Terapeutiche: Tutte le attività del Borgo hanno un carattere terapeutico in senso lato, per quanto, centrate intorno ad un trattamento educativo programmato, tendono a suscitare e potenziare attitudini alla socialità; le attività terapeutiche lo fanno in maniera  formale, direttamente intenzionale e con interventi specialistici a carico del personale tecnico. [MP. 350]. Per questo tipo di attività i principali professionisti sono lo psicologo, il medico, lo psichiatra, l’assistente sociale.

2.      Formative: -formazione attraverso la frequenza della scuola dell'obbligo, delle superiori per chi ne avesse capacità e possibilità. -con incontri settimanali di formazione, integrazione e valutazione con una attenzione specifica all'intercultura

3.      Occupazionali: l'inserimento lavorativo

4.      Sportive e di tempo libero

5.      Vita di famiglia

-(Pulizie degli ambienti, riassetto della casa, giardinaggio).
- attraverso la partecipazione alla gestione della vita comunitaria


 Il regolamento interno: la giornata tipo

LA GIORNATA TIPO DAL LUNEDI AL VENERDI’

ORARIO
ATTIVITÀ
MODALITÀ
NOTE
hh. 6-7
Sveglia e sistemazione camera
Scaglionata
Secondo orari delle attività esterne
h.7,30
Colazione
Scaglionata
Secondo orari delle attività esterne
hh. 9-12
Attività formative
Attività lavorative
Individuale
Di gruppo

h.12-13,30
Tempo libero
Individuale

h.13,30
Pranzo
Gruppo
Normalmente qualcuno manca a causa delle attività cui si partecipa
hh. 14-15
Tempo libero
Gruppo

h.15,30-18
Attività formative
Attività lavorative
Individuale
Di gruppo

hh. 18-20
VENERDI’
verifica settimanale
Gruppo
Tutti presenti, obbligatoriamente
h. 20,15
Cena
Gruppo
Tutti presenti salvo casi eccezionali
h.21
Sistemazione Cucina
Turnazione

h.22,30
Riposo


LA GIORNATA TIPO SABATO E FESTIVI

ORARIO
ATTIVITA’
MODALITA’
NOTE
h. 8,30
Sveglia


hh.9-12
Attività lavorative
Di gruppo

h.13,30
Pranzo


hh.15-20
Uscite
Individuali
Di gruppo













 IL PROGETTO BORGO AMIGÓ: LA VALUTAZIONE E GLI STRUMENTI EDUCATIVI.
            Il processo educativo è complesso e dinamico perciò è necessaria una valutazione in itinere. Attraverso la valutazione l’educando prende coscienza del modo in cui la società lo valorizza e di come la sua vita sia colta come un unico originale.

            Gli obiettivi educativi non sono proposte o elementi statici dell’itinerario né, tanto meno, assoluti o definitivi. Al contrario sono dinamici, parziali, variabili e tempestivi, in accordo con le condizioni e le circostanze che vive il soggetto e le mete che bisogna raggiungere. Si valuta quindi per confermarli, correggerli o cambiarli.

Indicatori e strumenti utilizzati al Borgo Amigò li proponiamo schematicamente come segue:

INDICATORI
QUANTITATIVI
QUALITATIVI
Valutazione positiva della convivenza comunitaria
Grado di modificazione della condotta.
Valutazione positiva della convivenza comunitaria
Grado di accettazione e soddisfazione del percorso educativo
Numero ed entità dei conflitti creati nella comunità, nell’ambiente di lavoro o scolastico
Capacità di interazioni positive e costruttive.
Numero di indicazioni dei colleghi di lavoro, degli insegnanti, dei compagni
Tenore di dette indicazioni
Puntualità e precisione nell’adempimento di  norme, obblighi o prescrizioni.
Grado di accettazione della legge-norma come risposta al vivere sociale proprio dell’uomo.
Ritardi o assenze dal lavoro o da scuola.
Grado di inserimento in ambiente lavorativo o scolastico
Numero allontanamenti arbitrari dalla comunità.
Grado di accettazione e soddisfazione del percorso educativo
Numero di volte che si reca in famiglia o di contatti con il suo ambiente di origine
Grado di inserimento nel nucleo familiare di origine

STRUMENTI
TIPO
COSA
DOVE
QUANDO
RISULTATI
Quantitativo
Riunione settimanale
Casa famiglia
Una volta a settimana
Verifica indicatori qualitativi
Quantitativo
Comunicazioni dalla scuola o dagli ambienti di lavoro
Luogo di lavoro e Istituti scolastici
Mensilmente
Verifica indicatori qualitativi
Qualitativo
Riunione settimanale
Casa famiglia
Una volta a settimana
Autovalutazione
Qualitativo
Colloqui individuale
Casa famiglia
Almeno quidicinale
Verifica indicatori qualitativi
Qualitativo
Equipe educativa
Casa famiglia
Una volta a settimana
Studio casi
Qualitativo
Equipe educativa
Casa famiglia
Bimestrale
Relazione educativa
Qualitativo
Incontri con tecnico dell’area psico-sociale
Casa famiglia
Almeno mensilmente
Relazione tecnica
Qualitativo
Incontro equipe integrata
Casa famiglia
Uffici
Mensile o secondo scadenze.
Punto della situazione su misura penale/amm.
Eventuale taratura del progetto individuale.
Qualitativo
“Visite domiciliari”
Luogo di provenienza
Bimestrali
Possibilità di reintegraz.
Misto
Scheda personale
Casa famiglia
Aggiornamento settim.
Andamento generale