- TIPO DI COLLABORAZIONE CON ENTI
DIRETTAMENTE COINVOLTI NEL PROGETTO
Organismo
|
Tipologia di collaborazione
|
CENTRO GIUSTIZIA
MINORI
|
Convenzione
|
Servizi sociali
del CGM
|
Collaborazione
strutturata
|
Dip.V Comune di Roma
|
Convenzione
|
Servizi Sociali
Municipali
|
Collaborazione
per utenza
|
|
|
CARITAS DIOCESANA
|
Partenariato
|
Parrocchie
|
Intenti comuni
|
Coop. Sociale
“Magliana 80”
|
Borse lavoro
|
Valle Verde
|
Borse lavoro
|
|
|
10° Centro
Territoriale Permanente
|
Accordo di rete
|
Coop. Sociale
EUREKA I
|
Collab. Sport II
Livello
|
CASALOTTI IN RETE
|
Integrazione
territoriale
|
Polisportiva ZONA
18
|
Percorsi
culturali e sportivi
|
Volontari
CdM-Onlus
|
Integraz. Carcere
minorile-territorio
|
Arci Nomadi
|
Dispersione
scolastica
|
Progetto
Boomerang
|
Contatti
Territorio
|
UISP
|
Collaborazione
estemporanea
|
Ass. Commercianti
Casalotti
|
Imprenditorialità
|
Incontri di programmazione con gli enti invianti.
Livello educativo: l’itinerario educativo come processo di responsabilizzazione e valori.
Sinteticamente
possiamo affermare che i punti più espliciti che regolano il modo di educare al
Borgo Amigó - ispirato per tradizione alla ascesi cristiana - è l'orientamento di
ogni uomo verso la trasformazione interiore e la concezione dell'agire educativo
con il giovane come un cammino di iniziazione graduale e progressivo ad un modo di
vita il più ricco possibile in umanità.
L'itinerario
educativo, quindi, non potrà che essere il frutto della contrattazione tra il giovane con le
sue esigenze e la sua situazione, le regole della Istituzione, le esigenze dei Servizi
invianti.
La tradizione da cui attinge linfa
vitale l'esperienza del Borgo Amigò, è partita dalla vita vissuta e riconduce
costantemente alla vita. I motivi ispiratori restano sempre quelli legati non
al tecnicismo pedagogico o psicologico o sociologico ma quelli legati alla
passione educativa per l'uomo; passione che sa anche utilizzare i mezzi che la scienza mette
a disposizione per un servizio qualificato.
D'altra
parte, quando si parla di scientificità con riferimento all'umano, bisogna
ritenere che essa è da intendere come la profondità delle domande
che si riesce a suscitare nel ragazzo o la profondità degli interrogativi a cui riesce a
dare risposte.
Arrivando
al Borgo ciò che colpisce, è il clima della informalità e della convivialità
che si respira nella famiglia numerosa dove ognuno richiede l'attenzione sulle sue
gioie e sui suoi dolori; dove ci sono momenti di tranquillità ma anche di
tensione che insieme si cerca di superare.
La
tradizione ci ricorda di "considerare che non sono solo le piante e i
fiori, né i quadri e nemmeno gabbie di uccelli o acquari che rendono accogliente
una casa anche se aiutano molto. Sono la tenerezza, l'allegria, le braccia
aperte di una mamma che nasconde le mancanze del figlio, che dimentica i suoi
‘vagabondaggi’ però tutto conserva nel santuario del suo petto per prevenire ed
evitarne la ricaduta; che raccoglie le sue lacrime se sono frutto di dolore e pentimento
per mescolarle alle sue, che sono di amore e di perdono; che cicatrizza le ferite con il
balsamo uscito dalle sue labbra; questo spirito di compenetrazione è ciò che
rende accogliente una casa..."
In
realtà ciò che il giovane riesce a percepire non è un ambiente, per così dire,
"terapeutico" ma una clima di rapporti, un ecosistema che lo spinge
verso scelte che gli permetteranno un salto qualitativo nella sua vita. Gli è
proposto un modello di vita che recupera la inattualità di valori quali il
sacrificio, il lavoro, la povertà, la speranza, il coraggio. Diciamo che il
giovane viene "iniziato" ad un modo diverso di percepire se stesso, gli altri, la
vita, il mondo.
Fasi e tappe dell’itinerario educativo.
L'itinerario
educativo si snoda in tre fasi che, come è ovvio immaginare, si snodano
e realizzano in
ordine
logico più che cronologico. Le consideriamo brevemente:
Accoglienza - Osservazione
E'
l'impatto del minore con l'ambiente nuovo nel quale dovrà trascorrere un tempo
che al momento non è, in molti casi, ancora stabilito.
In questa fase al giovane sono presentate,
dal vivo, le regole che reggono la vita comunitaria e si comincia il cammino di
contrattazione che lo porterà ad una prima presa di coscienza della sua
situazione.
Obiettivi
specifici sono "sentirsi a casa" e un primo confronto, almeno
teorico, con la norma. Di solito si conclude con la firma del contratto
educativo-riparativo e la consegna del regolamento interno della comunità.
Vita di famiglia - Processo educativo in senso stretto
E' il corpo dell'itinerario educativo. Il
giovane è invitato ad avere sempre presente il suo punto di partenza e gli
obiettivi da raggiungere facendo leva non tanto sulla responsabilità legata al
fatto commesso (per i giovani infrarattori) ma soprattutto su interventi
promozionali della responsabilità.
Questa fase è divisa in tre tappe:
Conoscenza – incanalamento.
È la tappa
propriamente detta di correzione, rettifica e cambio della condotta.
Corrisponde alla situazione in cui si trova la volontà del ragazzo: anarchica,
dispersa, disorientata.
Si tratta
della tappa in cui si comincia a dar corpo al processo educativo, ad incanalare
e centrare le risorse del ragazzo nella quotidianità. Il giovane conosce ed è
conosciuto e offre l'opportunità di tarare il progetto individualizzato a cui aderisce;
nello stesso tempo inizia il suo percorso di crescita nella responsabilità rendendo conto,
in forma concreta, dei piccoli compiti che gli sono assegnati. D'altro canto
gli si lascia intravedere che ogni sua azione, sia in positivo sia come mancata
risposta a degli impegni assunti, ha delle conseguenze su tutto il sistema nel
quale è inserito.
L'enfasi è
posta sulla percezione spazio-temporale e sulla chiarificazione dei contesti.
Di solito il giovane non percepisce in modo chiaro la varietà dei
contesti; vive piuttosto un'omogeneizzazione degli stessi e quindi di
"non-luoghi". D'altra parte, la sua vita è centrata sull'immediatezza
degli interrogativi che la sua situazione impone e sulla conseguente
immediatezza delle risposte che pretende. Comincia a considerare che il
"tutto e subito" non è la maniera più praticabile per affrontare
realisticamente la sua situazione, come anche che esiste una diversità di
contesti che esigono comportamenti adeguati.
Il valore
principe di riferimento è la speranza.
Stabilità
Questa tappa costituisce un passo decisivo
nel processo educativo infatti è durante questa tappa che avviene la svolta
decisiva che può determinare il cambio di vita.
E' la
tappa in cui il giovane si misura costantemente con la quotidianità
dell'impegno assunto ed è invitato ad un confronto più serrato con i suoi
compagni e con gli educatori. Comincia ad essere più cosciente degli aspetti da
modificare ma soprattutto comincia a far leva sui suoi punti di forza. “Il
ragazzo si è reso conto delle sue possibilità e si converte in artefice del
processo educativo o, almeno, ci prova nonostante siano ancora presenti alti e
bassi. Comincia ad essere responsabile delle sue scelte di vita”; più
semplicemente diciamo che in questa fase il giovane offre delle garanzie
fondate.
E' in
grado di assumersi responsabilità che lo portano fuori della istituzione per
motivi di lavoro o d'istruzione. Assume l'esistenza e l'osservanza delle regole come fatto
"normale" ed ineliminabile del vivere umano.
In questa
tappa è posta enfasi particolare sull'educazione alla legalità e sulle modalità
di rapporto all'interno del vivere comune. Il giovane è invitato a liberarsi degli
stereotipi che spesso regolano le sue modalità di rapportarsi ai pari, agli
adulti e all'ambiente.
Si lavora,
da un lato per far superare al giovane la frammentarietà della sua identità,
mentre dall'altro perché possa acquisire una visione dell’alterità sostanziale e non
virtuale.
I valori
di riferimento sono la perseveranza, il sacrificio, la tenacia, l'armonia.
Consolidamento
In questa tappa la personalità del
ragazzo raggiunge il grado di maturità corrispondente alla sua età, alle sue
capacità e alle sue qualità. Il processo educativo raggiunge il culmine con
l’intensificazione dei rapporti con l’ambiente familiare e sociale nel quale il
ragazzo dovrà ritornare.
In questa
tappa il giovane è invitato ad irrobustire e consolidare i progressi compiuti.
Segue il suo programma senza grandi scossoni ed è in grado di camminare da solo
seppure ancora bisognoso di sostegno e rassicurazioni a vario livello.
Già nelle
fasi precedenti aveva dovuto confrontarsi con il "limite"; in questa
fase è confortato nell'accettazione del senso di fìnitudine legato alla sua persona.
I valori di riferimento sono la
libertà e la fiducia.
Autonomia
È la
fase che prepara il giovane alla vita fuori della comunità.
Il valore
di riferimento è la responsabilità. Egli è convinto che le sue azioni producono
degli effetti dei quali si sente attore sia nel positivo sia nel negativo ed è, in
qualche modo, in grado di orientare la sua vita.
Questa
fase presenta due
tappe:
Autonomia in comunità:
Il
giovane, continua ancora per qualche tempo a condurre vita di famiglia con i suoi
compagni ma, ben presto passa a condurre la propria vita in ambiente separato
dagli altri ospiti e seguendo ritmi legati alle attività
lavorative e formative che gli permetteranno la totale indipendenza.
Autonomia fuori della comunità:
Il
giovane, ormai raggiunta una certa stabilità lavorativa, è in grado di vivere
e gestire la sua vita al di fuori dell'ambiente comunitario. In questa tappa
gli è offerto un sostegno psicologico e affettivo per far fronte agli inevitabili
contraccolpi che il cambiamento di condizione può causare.
L'educatore: mistica e professionalità [m.p. 237-299]
L'idea
d'educazione che permea il progetto del Borgo Amigò è da intendere
prevalentemente come iniziazione e questo porta ad un modo particolare di
considerare l'operatore; L'educatore,
egli si propone come un iniziato in umanità che a sua volta si
trasforma in iniziatore all'umano. In particolare l’educatore è “un
professionista militante”; egli ha fatto delle scelte di vita e con esse
continuamente si confronta; ha degli ideali e dei modelli da seguire; ha un
progetto sulla sua vita e una visione del mondo e questa propone ai suoi
giovani.
In
educazione non si possono assolutizzare né i metodi, né i mezzi, né i
risultati, non ci sono leggi meccaniche che regolano l’educazione dell’uomo,
essere dotato di libertà. Per tanto l’educatore deve suscitare l’interesse e la
collaborazione attiva del giovane, primo protagonista della propria educazione;
mai sottovaluta il proprio lavoro educativo anche se può sembrare sterile.
Qualità
e attitudini dell’educatore:
-
Coscienza
della responsabilità che si assume al costituirsi educatore dei giovani che gli
sono stati affidati e della trascendenza del su compito pedagogico.
-
Capacità
di accettazione e adattamento per far fronte e metabolizzare le reazioni
normali di giovani problematici che frequentemente generano conflitti e
tensioni.
-
Equilibrio,
ponderatezza ed equanimità per non perdere la calma nei momenti critici; per
infondere fiducia all’individuo e sicurezza al gruppo; per evitare oscillazioni
emotive estreme e decisioni capricciose, debolezze affettive e rigidità
dittatoriali. Semplicemente umano, attento, amabile.
-
Dignità
e sicurezza per muoversi con naturalezza come lider, guida, organizzatore e
motore del gruppo. Così si proporrà come modello di identificazione e
incarnazione dei valori che l’individuo e il gruppo cercano e di cui hanno
bisogno.
-
Capacità
di sacrificio, costanza e ottimismo per essere maestro, guida e amico dei
giovani che si sentono disorientati ed emarginati.
La
dinamica dell’educatore:
L’educatore
è il centro della vita del gruppo e il ragazzo la ragion d’essere
dell’educatore. Questi, ogni giorno si domanda per lo stato dei suoi ragazzi,
come accompagnarli, che forma di evoluzione e progresso sperimentano, che
difficoltà presentano e quali mezzi impiegare per superarle.
- La
convivenza con i giovani, la sua presenza costante, affettuosa e disponibile
senza essere assorbente offre sicurezza e coesione al gruppo, coraggio e
stimolo all’individuo, autorevolezza all'educatore.
-
Segue
con attenzione permanente ciascun alunno e tutto il gruppo, e con essi, traccia
gli obiettivi del gruppo e di ogni giovane; applica i mezzi per raggiungere gli
obiettivi; registra i passi e i segni che indicano l’itinerario e i progressi;
analizza, critica, valuta il processo; notifica i risultati.
-
Controlla
la scheda educativa per vedere se le attività, risorse e mezzi di ogni giovane
puntano e conducono al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Se è il caso,
rinforza, rettifica o cambia gli obiettivi.
La
giornata pedagogica:
-
Giornalmente
l’educatore centra la sua attività sul giovane e sul gruppo, l’educatore è
l’asse intorno a cui ruota la vita del gruppo; ogni giovane e il gruppo intero
sono l’ambito della sua attenzione e del suo lavoro.
-
Ciascun
giorno necessita una preparazione immediata poiché in educazione il da farsi di
un giorno è distinto da quello di ieri e degli altri giorni.
-
L’educatore
coordina tutti gli atti della vita di famiglia del gruppo secondo il
regolamento e gli orari stabiliti.
-
Conduce
il gruppo con le tecniche adatte che gli permettono di conoscere le interazioni
esistenti al suo interno e con appropriati mezzi pedagogici mantiene una
disciplina soave. In particolare, programma dettagliatamente il suo incontro
giornaliero con il gruppo al completo, momento in cui in modo semplice e
familiare si fa il punto della situazione.
-
Con
frequenza ha incontri individuali con ciascun alunno. Questo è un mezzo
tradizionale per il suo profondo significato umano, per essere adatto allo
sviluppo delle capacità di riflessione, importante mezzo di persuasione e di
grande efficacia pedagogica.
Livello organizzativo
Prospetto mezzi finanziari.
L’equipe educativa
Tirocinanti, obiettori, volontari ……
Organigramma con la definizione del personale
Le attività
Le attività sono elementi imprescindibili in
una struttura pedagogica coerente che aspira a favorire un’educazione integrale
al ragazzo in difficoltà. Attraverso le attività si ha un’educazione che cura e
una cura che educa. Nel nostro sistema le attività sono la base su cui posa
l’edificio educativo; Tradizionalmente si raggruppano intorno a tre nuclei:
educazione morale e religiosa, educazione intellettuale, educazione
professionale [MP. 347-348]
Le attività tendono specificatamente a
canalizzare le energie presenti ma disperse del ragazzo e a risvegliare e
potenziare quelle latenti.
Le classifichiamo come segue:
1. Terapeutiche: Tutte le
attività del Borgo hanno un carattere terapeutico in senso lato, per quanto,
centrate intorno ad un trattamento educativo programmato, tendono a suscitare e
potenziare attitudini alla socialità; le attività terapeutiche lo fanno in
maniera formale, direttamente
intenzionale e con interventi specialistici a carico del personale tecnico. [MP. 350]. Per questo tipo di attività i
principali professionisti sono lo psicologo, il medico, lo psichiatra,
l’assistente sociale.
2.
Formative:
-formazione attraverso la frequenza della scuola
dell'obbligo, delle superiori per chi ne avesse capacità e possibilità. -con
incontri settimanali di formazione, integrazione e valutazione con una
attenzione specifica all'intercultura
3.
Occupazionali: l'inserimento lavorativo
4.
Sportive
e di tempo libero
5.
Vita di
famiglia
-(Pulizie
degli ambienti, riassetto della casa, giardinaggio).
-
attraverso la partecipazione alla gestione della vita comunitaria
Il regolamento interno: la giornata tipo
LA GIORNATA TIPO
DAL LUNEDI AL VENERDI’
|
ORARIO
|
ATTIVITÀ
|
MODALITÀ
|
NOTE
|
hh. 6-7
|
Sveglia
e sistemazione camera
|
Scaglionata
|
Secondo
orari delle attività esterne
|
h.7,30
|
Colazione
|
Scaglionata
|
Secondo
orari delle attività esterne
|
hh. 9-12
|
Attività
formative
Attività
lavorative
|
Individuale
Di
gruppo
|
|
h.12-13,30
|
Tempo
libero
|
Individuale
|
|
h.13,30
|
Pranzo
|
Gruppo
|
Normalmente
qualcuno manca a causa delle attività cui si partecipa
|
hh. 14-15
|
Tempo
libero
|
Gruppo
|
|
h.15,30-18
|
Attività
formative
Attività
lavorative
|
Individuale
Di
gruppo
|
|
hh. 18-20
|
VENERDI’
verifica
settimanale
|
Gruppo
|
Tutti
presenti, obbligatoriamente
|
h. 20,15
|
Cena
|
Gruppo
|
Tutti
presenti salvo casi eccezionali
|
h.21
|
Sistemazione
Cucina
|
Turnazione
|
|
h.22,30
|
Riposo
|
|
|
LA GIORNATA TIPO
SABATO E FESTIVI
|
ORARIO
|
ATTIVITA’
|
MODALITA’
|
NOTE
|
h. 8,30
|
Sveglia
|
|
|
hh.9-12
|
Attività
lavorative
|
Di
gruppo
|
|
h.13,30
|
Pranzo
|
|
|
hh.15-20
|
Uscite
|
Individuali
Di
gruppo
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
IL PROGETTO BORGO AMIGÓ: LA VALUTAZIONE E GLI STRUMENTI EDUCATIVI.
Il processo educativo è complesso e
dinamico perciò è necessaria una valutazione in itinere. Attraverso la
valutazione l’educando prende coscienza del modo in cui la società lo valorizza
e di come la sua vita sia colta come un unico originale.
Gli obiettivi educativi non sono
proposte o elementi statici dell’itinerario né, tanto meno, assoluti o
definitivi. Al contrario sono dinamici, parziali, variabili e tempestivi, in
accordo con le condizioni e le circostanze che vive il soggetto e le mete che
bisogna raggiungere. Si valuta quindi per confermarli, correggerli o cambiarli.
Indicatori
e strumenti utilizzati al Borgo Amigò li proponiamo schematicamente come segue:
INDICATORI
|
QUANTITATIVI
|
QUALITATIVI
|
Valutazione positiva della
convivenza comunitaria
|
Grado di modificazione
della condotta.
|
Valutazione positiva della
convivenza comunitaria
|
Grado di accettazione e
soddisfazione del percorso educativo
|
Numero ed entità dei
conflitti creati nella comunità, nell’ambiente di lavoro o scolastico
|
Capacità di interazioni
positive e costruttive.
|
Numero di indicazioni dei
colleghi di lavoro, degli insegnanti, dei compagni
|
Tenore di dette
indicazioni
|
Puntualità e precisione
nell’adempimento di norme, obblighi o
prescrizioni.
|
Grado di accettazione
della legge-norma come risposta al vivere sociale proprio dell’uomo.
|
Ritardi o assenze dal
lavoro o da scuola.
|
Grado di inserimento in
ambiente lavorativo o scolastico
|
Numero allontanamenti
arbitrari dalla comunità.
|
Grado di accettazione e
soddisfazione del percorso educativo
|
Numero di volte che si
reca in famiglia o di contatti con il suo ambiente di origine
|
Grado di inserimento nel
nucleo familiare di origine
|
STRUMENTI
|
TIPO
|
COSA
|
DOVE
|
QUANDO
|
RISULTATI
|
Quantitativo
|
Riunione settimanale
|
Casa famiglia
|
Una volta a settimana
|
Verifica indicatori qualitativi
|
Quantitativo
|
Comunicazioni dalla scuola o dagli ambienti
di lavoro
|
Luogo di lavoro e Istituti scolastici
|
Mensilmente
|
Verifica indicatori qualitativi
|
Qualitativo
|
Riunione settimanale
|
Casa famiglia
|
Una volta a settimana
|
Autovalutazione
|
Qualitativo
|
Colloqui individuale
|
Casa famiglia
|
Almeno quidicinale
|
Verifica indicatori qualitativi
|
Qualitativo
|
Equipe educativa
|
Casa famiglia
|
Una volta a settimana
|
Studio casi
|
Qualitativo
|
Equipe educativa
|
Casa famiglia
|
Bimestrale
|
Relazione educativa
|
Qualitativo
|
Incontri con tecnico dell’area
psico-sociale
|
Casa famiglia
|
Almeno mensilmente
|
Relazione tecnica
|
Qualitativo
|
Incontro equipe integrata
|
Casa famiglia
Uffici
|
Mensile o secondo scadenze.
|
Punto della situazione su misura
penale/amm.
Eventuale taratura del progetto
individuale.
|
Qualitativo
|
“Visite domiciliari”
|
Luogo di provenienza
|
Bimestrali
|
Possibilità di reintegraz.
|
Misto
|
Scheda personale
|
Casa famiglia
|
Aggiornamento settim.
|
Andamento generale
|